Dopo un dibattito lungo e conteso la Camera dei Comuni ha approvato questa notte il Great Repeal Bill (Grande Legge Abrogatrice), legge chiave lungo il percorso affrontato dal Regno Unito per uscire dall’Unione Europea.
Il provvedimento infatti ha un duplice compito: da un lato abolire l’European Communities Act del 1972 revocando così la potestà legislativa dell’UE sul Regno Unito e dall’altro assorbire le norme europee per poi decidere in seconda sede quali mantenere e quali no.
In questo modo si evita di lasciare un vuoto normativo in tutte quelle materie mai regolamentate dal parlamento inglese negli ultimi 40 anni perché già disciplinate dalle leggi europee.
La maggioranza mantenuta da Theresa May resta però fragile, si tratta infatti di 326 voti favorevoli a fronte di 290 contrari. Resta fermo il fatto che ulteriori modifiche a punti specifici potranno essere apportate in sede di successive letture tecniche del testo.
Il gruppo conservatore dunque ha mantenuto il punto, appoggiato dalla destra unionista nordirlandese del Dup ma anche da singoli deputati dell’opposizione.
D’altro canto non sono bastati i discorsi del leader dei Labour, Jeremy Corbyn, affiancato da Libdem e indipendentisti scozzesi dell’Snp.
Si tratta però di 19.000 norme e direttive europee che a tutt’oggi regolano tantissimi aspetti della vita e degli affari dei cittadini inglesi e di tutti coloro attualmente residenti sull’isola.
Il Great Repeat Bill si configura dunque come “unica alternativa a un divorzio caotico”, per usare le parole di David Davis, ministro per la Brexit, durante uno degli ultimi appelli a favore del sì prima del voto e ripetute poi anche dal titolare della Giustizia, David Lidington.
Effettivamente una vittoria del no avrebbe significato complicare ancor di più una situazione incerta di per sé, attualmente infatti i negoziati fra Londra e Bruxelles sono fermi ai diritti dei cittadini UE residenti nel Regno Unito, alle questioni del confine irlandese e in particolare all’ammontare del conto che Londra sarà tenuta a pagare per staccarsi dall’Unione.
Si tratta di un punto fermo in un panorama di dubbi e incertezze.