Bruxelles, 26 aprile 2018 – Per contrastare la disinformazione online la Commissione propone oggi diverse misure, riguardanti tra l'altro la realizzazione di un codice di buone pratiche dell'UE sul tema della disinformazione, il sostegno a una rete indipendente di verificatori di fatti e l'adozione di una serie di azioni volte ad incentivare il giornalismo di qualità e promuovere l'alfabetizzazione mediatica.
Le recenti rivelazioni del caso Facebook/Cambridge Analytica hanno dimostrato con estrema chiarezza come i dati personali possano essere sfruttati in contesti elettorali e giungono al momento opportuno per ricordarci che occorre intervenire con maggiore decisione per garantire processi democratici solidi. Oggi la Commissione europea sta compiendo passi avanti nella lotta contro la disinformazione per garantire la protezione dei valori e della sicurezza europei.
Andrus Ansip, Vicepresidente della Commissione responsabile per il Mercato unico digitale, ha dichiarato: "La disinformazione come strumento di influenza politica non è una novità. Le nuove tecnologie, in particolare quelle digitali, ne hanno ampliato la risonanza attraverso la rete per minare la nostra democrazia e la nostra società. Poiché la fiducia online è facile da distruggere e difficile da ricostruire, l'industria deve collaborare con noi in questo ambito. Le piattaforme online hanno un ruolo importante nel contrastare le campagne di disinformazione organizzate da persone e paesi che intendono indebolire la nostra democrazia."
Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l'Economia e la società digitali, ha dichiarato: "Invitiamo tutti i soggetti coinvolti, in particolare le piattaforme e le reti sociali che hanno una chiara responsabilità, ad agire sulla base di un piano d'azione per un approccio europeo comune, che consenta ai cittadini di reagire e di essere protetti in modo efficace dalla disinformazione. Seguiremo da vicino i progressi compiuti ed eventualmente proporremo ulteriori azioni entro dicembre, comprendenti misure di natura legislativa qualora i risultati dovessero rivelarsi insoddisfacenti."
Julian King, Commissario per l'Unione della sicurezza, ha dichiarato: "L'offensiva delle notizie false e della disinformazione rappresenta una grave minaccia alla sicurezza delle nostre società. Il sovvertimento dei canali attendibili, eseguito per far circolare contenuti tendenziosi e controversi, richiede una risposta lucida basata su maggiore trasparenza, tracciabilità e affidabilità. È essenziale che le piattaforme di Internet combattano l'abuso della loro infrastruttura da parte di soggetti ostili e tutelino i loro utenti e la società."
In base al rapporto indipendente pubblicato nel marzo 2018 dal gruppo ad alto livello sulle notizie false e la disinformazione online e ad ampie consultazioni condotte nel corso degli ultimi sei mesi, la Commissione definisce la disinformazione quale "informazione rivelatasi falsa, imprecisa o fuorviante concepita, presentata e diffusa a scopo di lucro o per ingannare intenzionalmente il pubblico, e che può arrecare un pregiudizio pubblico".
Secondo l'ultima indagine Eurobarometro, l'83% degli intervistati ha dichiarato che le notizie false costituiscono un pericolo per la democrazia. Desta particolare preoccupazione presso i rispondenti la disinformazione intenzionale tesa a influenzare le elezioni e le politiche di immigrazione. L'indagine ha anche evidenziato l'importanza di disporre di mezzi di comunicazione di qualità: le persone intervistate ritengono che le fonti di informazione più affidabili siano i mezzi di comunicazione tradizionali (radio 70%, TV 66%, stampa 63%), mentre ci si fida di meno delle fonti di notizie online e dei siti web che pubblicano video, con tassi di fiducia rispettivamente del 26% e del 27%.
Il Centro comune di ricerca della Commissione europea ha pubblicato uno studio sulle notizie false e la disinformazione in cui si rileva che i due terzi dei fruitori di notizie online preferiscono l'accesso mediante piattaforme guidate da algoritmi, come motori di ricerca e aggregatori di notizie, e siti web di social media. Nello studio si afferma inoltre che il potere di mercato e i flussi di entrate si sono spostati dagli editori di notizie agli operatori di piattaforme in possesso di dati che permettono loro di abbinare articoli e annunci ai profili dei lettori.
Misure per contrastare la disinformazione online
Per dare risposta a questi problemi e affrontare queste tendenze, la Commissione propone una serie di misure volte a contrastare la disinformazione online, fra le quali:
- un codice di buone pratiche sul tema della disinformazione: entro luglio, come primo passo, le piattaforme online dovrebbero mettere a punto e applicare un codice comune di buone pratiche con l'obiettivo di:
- garantire trasparenza circa i contenuti sponsorizzati, in particolare per quanto riguarda i messaggi pubblicitari di natura politica, restringere il numero di possibili bersagli di propaganda politica e ridurre il profitto dei vettori di disinformazione;
- fare maggiore chiarezza in merito al funzionamento degli algoritmi e consentire verifiche da parte di terzi;
- agevolare la scoperta e l'accesso da parte degli utenti di fonti di informazione diverse, che sostengano differenti punti di vista;
- applicare misure per identificare e chiudere gli account falsi e per affrontare il problema dei bot automatici;
- fare in modo che i verificatori di fatti, i ricercatori e le autorità pubbliche possano monitorare costantemente la disinformazione online;
- una rete europea indipendente di verificatori di fatti: la rete stabilirà metodi di lavoro comuni, scambierà le migliori pratiche e opererà per conseguire la più ampia copertura possibile di correzioni fattuali in tutta l'UE; i verificatori saranno scelti tra i membri dell'UE facenti parte della rete internazionale dei verificatori di fatti (International Fact Checking Network), che segue un rigido codice etico;
- una piattaforma online europea sicura sulla disinformazione che supporti la rete dei verificatori di fatti e i ricercatori del mondo accademico raccogliendo e analizzando dati a livello transfrontaliero, nonché dando loro accesso a dati riguardanti l'intera Unione europea;
- promozione dell'alfabetizzazione mediatica: una maggiore alfabetizzazione mediatica aiuterà gli europei a riconoscere la disinformazione online e ad accostarsi con occhio critico ai contenuti online. A questo fine la Commissione inviterà verificatori di fatti e organizzazioni della società civile a fornire materiale didattico a scuole e insegnanti e ad organizzare una settimana europea dell'alfabetizzazione mediatica;
- sostegno agli Stati membri nel garantire processi elettorali solidi contro minacce informatiche sempre più complesse, fra cui la disinformazione online e gli attacchi informatici;
- promozione di sistemi di identificazione online volontari per migliorare la tracciabilità e l'identificazione dei fornitori di informazioni e promuovere maggiore fiducia e affidabilità delle interazioni online e dell'informazione stessa e delle sue fonti;
- sostegno all'informazione diversificata e di qualità: la Commissione invita gli Stati membri ad aumentare il loro sostegno al giornalismo di qualità, per un ambiente mediatico pluralistico, vario e sostenibile. Nel 2018 la Commissione lancerà un invito a presentare proposte per la produzione e la diffusione di notizie di qualità sui temi dell'UE tramite mezzi di informazione basati su dati;
- in base a una politica di comunicazione strategica coordinata, elaborata dai servizi della Commissione, che combini le iniziative attuali e future dell'UE in tema di disinformazione online con quelle degli Stati membri, saranno definite attività di sensibilizzazione mirate a contrastare le notizie false sull'Europa e la disinformazione all'interno e al di fuori dell'UE.
Prossime tappe
A breve la Commissione convocherà un forum di soggetti interessati per realizzare un quadro operativo per una cooperazione efficace tra le parti interessate, tra cui le piattaforme online, l'industria della pubblicità e i principali inserzionisti, e per ottenere l'impegno a coordinare e intensificare gli sforzi per contrastare la disinformazione. Per cominciare, il forum dovrebbe realizzare un codice di buone pratiche a livello di UE sul tema della disinformazione, da pubblicarsi entro il luglio 2018, con l'obiettivo di ottenere un impatto misurabile entro l'ottobre 2018.
Entro il dicembre 2018 la Commissione presenterà una relazione sui progressi compiuti, nella quale sarà esaminata la necessità di ulteriori attività per garantire il monitoraggio continuo e la valutazione delle azioni delineate.
Informazioni generali
Con lettera di incarico del maggio 2017 il Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha incaricato la Commissaria responsabile per l'Economia e la società digitali, Mariya Gabriel, di delineare le sfide che le piattaforme online pongono alle nostre democrazie per quanto riguarda la disinformazione e di proporre una soluzione europea.
Nel febbraio 2018 la Commissione ha adottato un elenco di raccomandazioni in vista delle elezioni del Parlamento europeo che si terranno nel 2019, che invita "le autorità nazionali competenti […] a individuare, in base alle esperienze acquisite dagli Stati membri, le migliori pratiche in materia di identificazione, mitigazione e gestione dei rischi che gli attacchi informatici e la disinformazione comportano per il processo elettorale".
Per il contrasto della disinformazione online la Commissione si avvale della consulenza di un gruppo di esperti ad alto livello sulle notizie false e la disinformazione, le cui conclusioni e raccomandazioni sono state pubblicate il 12 marzo 2018.
Prima di queste iniziative, l'Unione europea era già attiva nella lotta alla disinformazione: nel 2015, a seguito di unadecisione del Consiglio europeo del marzo 2015, aveva istituito la task force East StratCom, sotto la responsabilità dell'Alta rappresentante/Vicepresidente Federica Mogherini, volta a far fronte alle campagne di disinformazione organizzate dalla Russia. La task force opera nell'ambito del Servizio europeo per l'azione esterna dal settembre 2015, comunicando in modo efficace le politiche dell'UE nei paesi orientali limitrofi, rafforzando l'ambiente mediatico generale nel vicinato orientale, anche grazie al sostegno fornito in favore della libertà dei mezzi di informazione e al rafforzamento dei media indipendenti, e migliorando le capacità dell'Unione di prevedere e affrontare le attività di disinformazione a favore del Cremlino e di sensibilizzare il pubblico nei loro confronti.