Sofia – Al vertice europeo sui Balcani occidentali svolto a Sofia il 17 maggio, malgrado sia stato ribadito l'impegno a favore della prospettiva europea per l'intera regione, area verso cui la Russia sta cercando di espandere la propria influenza, non si è parlato di un nuovo allargamento.
Al Summit in Bulgaria, Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni insieme agli altri capi di Stato o di governo degli Stati membri dell'UE, all'infuori del premier spagnolo Mariano Rajoy, il cui paese non riconosce l’indipendenza del Kosovo, hanno incontrato i loro omologhi dei Balcani occidentali: Albania, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, ex Repubblica jugoslava di Macedonia e Kosovo.
''Per la prima volta in 15 anni si realizza l' incontro collettivo con i nostri patner dei balcani occidentali – ha sottolineato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ricordando – che la prospettiva europea rimane la scelta geostrategica dei Balcani occidentali e l'Unione europea è, e rimarrà, il partner più affidabile per l'insieme dei Balcani occidentali. ”
Ma il supporto alla prospettiva europea è molto lontano dall'aperto sostegno all'adesione da cui i leader presenti al Vertice di Sofia si sono guardati bene dall'affrontare. Nella bozza di dichiarazione finale del vertice, visionata dall’AFP, si legge di ''connettività'' tema declinato attraverso gli investimenti nelle infrastrutture di trasporto dei Balcani, negli scambi culturali e nei legami rafforzati di fronte “a sfide comuni” come quelle della sicurezza e della migrazione. Invece di 'adesione' o 'allargamento' non c'è traccia in tutto il testo. I leader europei Ue hanno evitato di pronunciare queste parole. ''Non è un argomento per Sofia'' ha avvertito un funzionario di Bruxelles ricordando che la questione sarà discussa dai 27 nei prossimi incontri di giugno. Saranno occasioni per trattare le procedure negoziali con Albania e Repubblica jugoslava di Macedonia.
A Sofia dove erano anche presenti il Presidente della Commissione europea Claude Juncker, l'Alto rappresentante/Vicepresidente Federica Mogherini e i Commissari Hahn e Gabriel, è mancata l'intenzione di dare un nuovo slancio al processo di allargamento verso la regione dei Balcani occidentali . “Penso che dobbiamo guardare a qualsiasi nuovo allargamento con prudenza e rigore.” ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron, manifestando la sua opposizione ad un’ulteriore espansione dell’UE:
Nei sei paesi balcanici sondaggi d'opinione pubblica mostrano una forte tendenza a favore dell’integrazione nell’UE. Una grande parte di cittadini si augura un rapido ingresso in Unione europea. Ma il Vertice bulgaro non ha dato gli effetti sperati e i leader politici hanno avuto poco da dire ai loro cittadini se non accettare il fatto che l’effettiva adesione non avverrà in tempi brevi. Edi Rama, primo ministro albanese al ritorno nel suo paese ha dovuto ammettere che le agende di Unione Europea e Albania per il momento non coincidono del tutto. ''non è un segreto che siamo in una fase in cui le nostre agende non coincidono completamente. Di conseguenza c’è poca chiarezza su come si svolgerà la riforma dell’UE poiché quest’ultima sta vivendo un dibattito interno e questo non aiuta al raggiungimento del nostro obiettivo.” ha detto Rama in conferenza stampa sottolineando che il vertice di Sofia ''Comunque sia, è stata una buona opportunità che abbiamo utilizzato per continuare ad essere ottimisti in vista della decisione di fine Giugno.''
Bosnia Erzegovina, Serbia, Kosovo, Montenegro, Albania e l’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia hanno al di là del vertice europeo hanno ancora un lungo percorso da fare sul piano della democrazia e dello Stato di diritto, la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, il buon governo, e il rispetto dei diritti umani e dei diritti delle minoranze.
Oltre al superamento dei contrasti tra i singoli Paesi, come per la Grecia e l'ex Repubblica Jugoslava di Macedonia per la questione legata al nome che è quello di una provincia greca e per Atene non può essere usato da un paese balcanico. La Grecia ha per anni bloccato la candidatura all’adesione macedone ma nonostante riconosca i progressi fatti da l’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia e sia in corso un accordo tra il premier greco Alexis Tsiparas e quello macedone Zoran Zaev, per ora non si intravede alcuna soluzione per la disputa tra i due paesi vicini. Un caso più serio rimane quello del Kosovo il cui iter di adesione non è mai iniziato perchè il paese non è riconosciuto in primis dalla Spagna ma anche da Grecia, Cipro, Slovacchia e Romania.
I contrasti non mancano neanche all'interno dei sei paesi balcanici. La stessa Serbia potrà concretizzare la sua adesione all'Unione europea entro il 2025, come ipotizzato dalla strategia sull’allargamento del febbraio 2018, ma dovrà prima normalizzare le sue relazioni con il Kosovo.
Alla luce dei recenti avvenimenti, i leader hanno poi discusso sulle relazioni commerciali UE-USA, del futuro dell'accordo sul nucleare iraniano, della risposta dell'UE agli annunci degli USA in merito all'imposizione di sanzioni e di come proteggere al meglio gli interessi economici delle imprese europee.
Ai Balcani occidentali guarda con molta attenzione la Russia che ''considera i Balcani come una partita di scacchi geopolitica'' ha fatto notare Donald Tusk senza fare il nome del paese di Putin, che vede i Paesi dell’ex Jugoslavia un'area su cui estendere la propria influenza e avvicinarsi così alle sponde del Mediterraneo. In misura minore e da una posizione più defilata, altri possibili contendenti potrebbero essere la Turchia e la Cina.
Secondo l'agenda dei leader, adottata nell'ottobre 2017, il dibattito del Summit in Bulgaria si è concentrato anche sulla ricerca l'innovazione e sulle azioni da intraprendere per completare il mercato unico digitale. Si è trattato di un approfondimento ache sulla scorta dei recenti contributi della Commissione presentati nella nuova agenda europea per la ricerca e l'innovazione .
I leader europei tormeranno a riunirsi in giugno per l'ultimo vertice UE prima della pausa estiva.