Madrid – Il premier spagnolo Mariano Rajoy riconosce la sua sconfitta in Parlamento pochi minuti prima del voto della mozione di sfiducia nei suoi confronti. "E’ stato un onore essere presidente del governo e lasciare una Spagna migliore di quella che ho trovato". Il premier uscente si è poi congratulato con il leader socialista Pedro Sanchez, nuovo capo del governo. La mozione di sfiducia è passata con 180 voti a favore, 169 contrari e un astenuto.
Essenziali i cinque seggi dei Partito nazionalista basco (Pnv), che aveva annunciato ufficialmente di voler dare il suo appoggio a Sanchez. Così come il PdeCAT, Partito democratico europeo catalano, garantendo al Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) la maggioranza per portare a casa la mozione. Dopo il voto Rajoy ha lasciato il Parlamento, accolto da una folla che lo ha salutato con applausi e intonando cosi con "Presidente, presidente". Si è anche fermato a salutare e a baciare alcuni dei suoi sostenitori.
Le dichiarazioni di Sanchez
Il leader socialista ha detto davanti al Congresso che il suo esecutivo garantirà il rispetto degli impegni presi con l’Europa e la stabilità.
Rajoy: corrotti nel Pp ma il partito non è corrotto
"Ci sono stati corrotti nel Partido Popular, è vero, ma il Pp non è un partito corrotto": così Rajoy si era difeso nel dibattito del Congresso sulla mozione dopo la ‘sentenza Gurtel’, ha affermato che "la corruzione è da tutte le parti", ed ha ricordato le varie cause aperte contro il Psoe per episodi di corruzione, in particolare il caso Ere nel quale sono coinvolti in Andalusia due ex-presidenti del Psoe. "Se non si è in condizioni per dare lezioni, è meglio stare zitti" ha denunciato, "siete forse Madre Teresa di Calcutta?". Poi chiarisce: la sua idea è di "portare a termine il mandato" di quattro anni, che dovrebbe concludersi nel 2020.
Lo scandalo
Tutto è cominciato giovedì 24 maggio con la sentenza della Audiencia nacional, tribunale nazionale con sede a Madrid, che ha inflitto in totale 351 anni di carcere a diversi membri del Partito popolare nell’ambito del maxi processo per corruzione noto come ‘caso Guertel’.
Ventinove le persone condannate per corruzione, appropriazione indebita di fondi pubblici o riciclaggio di denaro: fra loro l’ex tesoriere del partito Luis Barcenas, condannato a 33 anni.
La giustizia spagnola ha svelato un sistema di versamenti di tangenti a deputati e responsabili del PP in cambio di assegnazioni di appalti pubblici fra il 1999 e il 2005, in diverse regioni.
Il Partito popolare non era direttamente a processo per coinvolgimento diretto nello schema, ma è emerso che ha beneficiato di fondi ottenuti illegalmente, e per questo gli è stato imposto di restituire 245mila euro.
Il giorno dopo la sentenza, venerdì 25 maggio, il partito socialista Psoe, all’opposizione, ha presentato una mozione di sfiducia contro l’esecutivo.