Quarantotto ore lunghe e ricche di colpi di scena che sì, hanno creato subbuglio e malumori in Europa all’indomani della decisione di Salvini di chiudere i porti italiani. Il muro eretto dal neo ministro dell’Interno all’ingresso dei porti italiani non ha fermato gli sbarchi, a Catania è appena arrivata la Diciotti e sono sbarcati 932 migranti, in compenso ha isolato l’Italia giallo-verde nel Mediterraneo e in Europa.
Domani si giocherà la prima partita dei mondiali di calcio in Russia, la 21ª edizione della competizione, che non vedrà la nostra nazionale sulla griglia di partenza dopo sessant’anni mentre il paese ha appena ingaggiato un braccio di ferro ascrivibile – come per il torneo calcistico – ad un classico girone a quattro.
Malta, la prima a entrare in rotta di collisione con Salvini, Spagna, che sì ha salvato i disperati dell’Aquarius ma che ha minacciato “conseguenze penali internazionali” e Francia, passata dalle critiche agli insulti. Ripescaggio per la Tunisia, con cui bisognerà ricucire i rapporti.
Palazzo Chigi, già ieri, ha risposto sia a Macron sia a En marche, il suo partito personale, rei di aver troppo frettolosamente dimenticato quanto accaduto tra Bardonecchia e Ventimiglia solo pochi mesi fa, fatti troppo recenti per essere taciuti anche in un’epoca dalla memoria corta. Come questa. Se l’obiettivo del presidente francese era colpire il nazionalismo italiano e togliere quindi legittimità all’asse giallo-verde bisogna dire che, forse, ha del tutto fallito il tiro confondendo e gettando benzina su un fuoco che non accenna a diminuire, anzi arde sempre più forte.
Un assist perfetto – rimanendo in tema “Mundial” – a Matteo Salvini che in questi giorni è stato volente o nolente al centro del dibattito politico italiano. Rimane evidente come al netto della scelta – condivisibile o meno – di chiudere i porti italiani ad Aquarius l’Europa ha risposto in maniera disordinata senza una visione d’insieme ponderata e comune. La sola Spagna del neo premier socialista Pedro Sánchez non si è voltata ed ha “abbracciato” i migranti in mare da giorni presso il porto di Valencia.
Si potrà obiettare che anche quando i nostri porti erano aperti l’Italia di Renzi, Minniti e Gentiloni era isolata nell’affrontare l’emergenza migranti, i nostri partner mostravano molta comprensione ma poca solidarietà, nei fatti. E sempre con ragione si potrà osservare come il governo di Francia – che da ieri da lezioni comportamentali – sia stato il meno solidale di tutti coi suoi gendarmi da Bardonecchia a Ventimiglia, e ha chiuso le sue coste anche ai migranti di Aquarius. Infine la Spagna che spesso ha respinto coi proiettili di gomma e piombo i migranti dal Marocco, parliamo del 2014. Ma il dato politico che si evince da tutta questa vicenda è che il neo governo alla sua prima prova internazionale invece di cercare il dialogo ha subito mostrato i muscoli, tenendo di fatto in ostaggio più di 600 persone in mare.
Certo la reazione di Macron è stata dura ma è di facile comprensione e interpretazione se la si analizza nell’ambito della sua rivalità con Marine Le Pen – alleata della Lega – che lo incalza nei sondaggi transalpini, lo renderà sicuramente meno simpatico – ad ogni modo – per aver mostrato la tipica arroganza europea di chi ritiene l’Italia un parente povero a cui insegnare le buone maniere.
Insomma, ad una scelta più o meno condivisibile dell’Italia fa da sfondo la precarietà dell’Unione sul tema migranti che ha spaccato le alleanze – vere o presunte – e che in questi anni non ha saputo produrre una linea condivisa, addossando gli oneri dell’accoglienza su pochi paesi (Italia e Grecia su tutti). Intanto, dopo lo scontro di ieri sui migranti e le dichiarazioni di Macron sulla vicenda dell'Aquarius, stamane il ministro Enzo Moavero Milanesi ha convocato alla Farnesina l'ambasciatore francese Christian Masset. E Salvini aggiunge “Ricordo poi che, sul fronte Nord Africa, paghiamo tutti l'instabilità portata proprio dai francesi in Libia e a sud della Libia. L'Italia oggi è tornata centrale e ha risvegliato l'Europa, spero che tutti i Paesi diano il loro contributo per l'obiettivo comune: difesa delle frontiere esterne, difesa del Mediterraneo”.
Sarà un’estate bollente.