Qualità dell’aria: azione legale della Commissione europea nei confronti dell’Italia

7 Stati membri, compresa l'Italia, deferiti alla Corte di giustizia dell'UE per aver violato le norme europee in materia di inquinamento atmosferico e di omologazione delle autovetture

Bruxelles – La Commissione europea sta prendendo misure per affrontare i gravi e continui superamenti dei valori limite registrati in Europa per biossido di azoto e particolato. Tra i provvedimenti adottati, ha deciso di deferire Francia, Germania e Regno Unito alla Corte di giustizia dell'UE per il mancato rispetto dei valori limite per il biossido di azoto e per aver omesso di prendere misure appropriate per ridurre al minimo i periodi di superamento. Ha poi deferito Ungheria, Italia e Romania per i livelli costantemente elevati di PM10. Per quanto riguarda l’Italia, la decisione della Commissione fa seguito ad un parere motivato inviato al nostro Paese nell'aprile 2017.

I limiti stabiliti dalla legislazione europea sulla qualità dell'aria ambiente (direttiva 2008/50/CE) dovevano essere raggiunti rispettivamente nel 2010 e nel 2005. La Commissione ha deciso di procedere con un'azione legale dal momento che i 6 Stati membri in questione non hanno presentato misure efficaci e tempestive per ridurre l'inquinamento entro i limiti, come richiesto dalla normativa suddetta.

Ricordiamo che, in tutti i casi di superamento dei valori limite stabiliti dalla direttiva 2008/50/CE, gli Stati membri sono tenuti ad adottare piani per la qualità dell'aria e a garantire che tali piani fissino misure appropriate perché il periodo di superamento sia il più breve possibile.

La legislazione europea in materia di omologazione dei veicoli a motore impone agli Stati membri di disporre di sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive per scoraggiare i fabbricanti di automobili dal violare la legge. Germania, Italia, Lussemburgo e Regno Unito hanno violato tali norme, pertanto la Commissione ha deciso di inviare loro ulteriori lettere di costituzione in mora.

I quattro Stati membri hanno adesso due mesi di tempo per rispondere alle argomentazioni della Commissione.

Per quanto riguarda l’Italia, nel maggio 2017 era stata avviata una procedura di infrazione per il mancato adempimento degli obblighi derivanti dalla normativa dell'UE in materia di omologazione dei veicoli da parte di Fiat Chrysler Automobiles. Con la nuova lettera, la Commissione richiede dunque informazioni sulle concrete misure correttive adottate e le sanzioni applicate dal nostro Paese.

  • Per dettagli sulle procedure di infrazione e sul loro funzionamento si veda il sito della Commissione europea.
  • Per le principali decisioni del pacchetto infrazioni di maggio 2018, si veda il testo integrale del MEMO/18/3446.

Testo a cura di Maddalena Bavazzano

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