Bruxelles, 24 giugno 2018 – Tensione al pre Vertice di oggi a Bruxelles, convocato dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. La riunione come si prevedeva ha provocato agitazioni tra le capitali Ue sul dossier dei migranti. Tema scottante che ancora una volta divide i paesi europei riaprendo le polemiche tra Italia, Francia e Spagna. Una sfida difficile nella quale la cancelliera tedesca Angela Merkel sta giocando una partita che mette a rischio il suo stesso ruolo politico.
L’Italia esordisce al summit informale con 'European Multilevel Strategy for Migration' il documento di sintesi della proposta italiana avanzata dal premier Giuseppe Conte.
Il documento italiano formato da una premessa e 10 obiettivi mira ad "una puntuale politica di regolazione dei flussi che sia realmente efficace e sostenibile e al totale superamento del regolamento di Dublino, che riteniamo sia " legato "ad un quadro emergenziale". Invece per noi è necessaria una gestione "strutturale", così il presidente del Consiglio Conte al vertice informale europeo a Bruxelles che ribadisce l'esigenza di un radicale cambio di approccio nella sfida migratoria cui l’Italia è chiamata in Europa.
Conte dice no alla proposta franco-spagnola, in particolare agli hotspot nei Paesi europei e sottolinea con forza che i Paesi di primo approdo come Italia, Grecia e Spagna non possono diventare il campo profughi d'Europa.
Sono necessari centri di accoglienza in più Paesi europei e non solo in Italia o Spagna. Dei migranti che malgrado i filtri posti in Africa arrivano sulle coste italiane e non possono farsene carico soltanto il paese italiano e spagnolo. Il meccanismo citato dall’ottavo punto della proposta italiana prevede una ripartizione obbligatoria di chi sbarca in maniera illegale sulle coste meridionali europee.
Il documento si sofferma sul tema dei movimenti secondari e si legge: attuando i sette principi precedenti, "gli spostamenti intra-europei di rifugiati sarebbero meramente marginali. Così i movimenti secondari potranno diventare oggetto di intese tecniche tra i Paesi interessati''.
L'Italia chiede di "scindere tra porto sicuro di sbarco e Stato competente ad esaminare richieste di asilo" la cui valutazione che apre all’assistenza giuridica ai migranti, anche al fine di rimpatri volontari. A questo scopo l'Ue deve lavorare con UNHCR e OIM. Perciò è urgente rifinanziare il Trust Fund UE-Africa (che ha attualmente uno scoperto complessivo di 500milioni di euro) che incide anche su contrasto a immigrazione illegale su frontiera Libia-Niger". Libia e Niger sarebbero dunque le possibili sedi dei centri di protezione che, secondo l'Italia devono essere "a gestione europea". La parola hotspot, che non è stata usata dal premier Giuseppe Conte al vertice tra i 16 Paesi Ue, signoficherebbe di centri in cui sono esaminate le richieste di asilo di chi vi arriva.
La Francia "non prende lezioni da alcuno", ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron. "Non ci dimentichiamo mai chi siamo e da dove veniamo, non ci dimentichiamo mai i nostri principi e i nostri valori e su questo punto sono" irremovibile, e cerchiamo "l'efficacia" nelle soluzioni "perché siamo garanti della coesione dei nostri popoli. Dobbiamo trovare una soluzione europea sui migranti – ha aggiunto Macron – e si costruirà solo attraverso la cooperazione dei Paesi dell'Ue, che si tratti di una collaborazione a 28 o tra più Stati che decidono di andare avanti assieme. Questo richiede la responsabilità di ciascuno e spirito di solidarietà per condividere il peso che alcuni Paesi conoscono.
Il neo premier spagnolo Pedro Sanchez ha preso oggi per la prima volta parte ad un vertice europeo sulla migrazione. Una questione che tocca da vicino la Spagna’’ e ci approcciamo – ha detto Sanchez – con un ’attegiamento costruttivo per apportare una soluzione rivendicando valori europei come la solidarietà ed il rispetto dei diritti umani. Ci vuole una risposta europea a questa sfida". Criticando l’Italia per le scelte politiche antieuropee messe in atto in una intervista al a El Pais ha dichiarato "Il dialogo e la cooperazione che abbiamo con la Francia è una buona sintonia", "Ci sono governi come quello italiano che stanno facendo politiche anti-europee e dove l'egoismo nazionale è più diffuso", ha affermato il primo ministro di Madrid.
La Merkel punta ad una soluzione condivisa. "Oggi è un incontro molto importante" per trovare "accordi bilaterali e trilaterali" sul tema della migrazione, "l'aspettativa è che si possa trovare una soluzione comune in questi giorni", in vista del vertice europeo di giovedì. Così la cancelliera tedesca Angela Merkel arrivando a Bruxelles. "Sappiamo che non esiste ancora una soluzione europea, e non ci sarà una soluzione a livello dei 28 Stati membri su un pacchetto d'insieme, quindi si tratta di trovare accordi bilaterali, di come possiamo aiutarci a vicenda e trattarci reciprocamente in modo equo e onesto", ha sottolineato Merkel. La Cancelliera pensa in particolare a paesi come l'Italia, la Grecia o la Bulgaria, che a causa della loro posizione geografica, hanno da anni sopportato l'onere più pesante in termini di accoglienza dei migranti. La discussione dei leader a Bruxelles verte "sulla migrazione primaria, vale a dire sugli arrivi dei migranti in Ue", ma anche "sui loro movimenti secondari", ha ricordato Merkel. Proprio sui movimenti secondari, ovvero gli spostamenti dei migranti tra un Paese e l'altro dell'Unione, Merkel è sotto pressione in Germania, con il ministro dell'Interno, il bavarese Horst Seehofer, che intende procedere ai respingimenti decisi a livello nazionale se non si troverà un accordo in Ue.
Importante per il ruolo italiano le affermazioni espresse dal presidente del Bundestag Wolfgang Schauble: "L'Italia è un grande Paese. L’Europa senza Italia non è concepibile. Per secoli è stata il sogno dei tedeschi. L'Europa, la democrazia e la storia europee senza Italia non sono concepibili. Non possiamo immaginarci – né per il passato, né per il presente, né per il futuro – un'Europa senza l'Italia, risolveremo i problemi insieme … risolveremo i problemi insieme’’ "Le migrazioni sono una sfida essenziale per il nostro modello occidentale di democrazia, stato di diritto e dignità delle persone. Dobbiamo trovare risposte migliori", ‘’ Slo insieme possiamo affrontare questa grande sfida. Nessun Paese può farcela da solo", sottolinea. il politico tedesco Schauble, in un'intervista al Corriere della Sera, apprezzando il coraggio e la determinazione che alla Francia ha dato del presidente francese Emmanuel Macron,’’ ma in Europa è diverso Bisogna stare attenti a mettere troppo al centro la responsabilità della leadership franco-tedesca’’.
Assenti al mini vertice di Bruxelles i paesi del gruppo di Visegrad. La defezione di oggi potrebbe compromettere la riuscita del summit europeo di fine giugno sull’immigrazione. Il boicottaggio di Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia è dovuto al perseguimento della linea dura intrapresa da questi Paesi sul fronte dell’immigrazione.
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Il documento della proposta italiana avanzata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte formato da una premessa e 10 obiettivi:
European Multilevel Strategy for Migration. L'Europa è chiamata ad una sfida cruciale. Se non riesce a realizzare un'efficace politica di regolazione e gestione dei flussi migratori, rischia di perdere credibilità tutto l'edificio europeo. Occorre un approccio integrato, multilivello che coniughi diritti e responsabilità. L'Italia vuole contribuire costruttivamente alla formulazione di questo nuovo approccio. Dobbiamo passare dalla gestione emergenziale, alla gestione strutturale del fenomeno immigrazione. Ciò si realizza in primo luogo con la regolazione dei flussi primari (ingressi) in Europa, solo così si potranno regolare successivamente i flussi secondari (spostamenti intra-europei).
1) Intensificare accordi e rapporti tra Unione europea e Paesi terzi da cui partono o transitano i migranti e investire in progetti. Ad esempio la Libia e il Niger, col cui aiuto abbiamo ridotto dell'80% le partenze nel 2018.
2) Centri di protezione internazionale nei Paesi di transito. Per valutare richieste di asilo e offrire assistenza giuridica ai migranti, anche al fine di rimpatri volontari. A questo scopo l'Ue deve lavorare con UNHCR e OIM. Perciò è urgente rifinanziare il Trust Fund UE-Africa (che ha attualmente uno scoperto complessivo di 500milioni di euro) che incide anche su contrasto a immigrazione illegale su frontiera Libia-Niger.
3) Rafforzare frontiere esterne. L'Italia sta già sostenendo missioni UE (EUNAVFOR MED Sophia e Joint Operation Themis) e supportando la Guardia Costiera Libica, occorre rafforzare queste iniziative.
4) Superare Dublino. Nato per altri scopi, è ormai insufficiente. Solo il 7% dei migranti sono rifugiati. Senza intervenire adeguatamente rischiamo di perdere la possibilità di adottare uno strumento europeo veramente efficace. Il Sistema Comune Europeo d'Asilo oggi è fondato su un paradosso: i diritti vengono riconosciuti solo se le persone riescono a raggiungere l'Europa, poco importa a che prezzo.
5) Superare criterio Paese di primo arrivo. Chi sbarca in Italia, sbarca in Europa. Riaffermare responsabilità-solidarietà come binomio, non come dualismo. È in gioco Schengen.
6) Responsabilità comune tra Stati membri su naufraghi in mare. Non può ricadere tutto sui Paesi di primo arrivo. Superare il concetto di 'attraversamento illegale' per le persone soccorse in mare e portate a terra a seguito di Sar. Bisogna scindere tra porto sicuro di sbarco e Stato competente ad esaminare richieste di asilo. L'obbligo di salvataggio non può diventare obbligo di processare domande per conto di tutti.
7) L'Unione europea deve contrastare, con iniziative comuni e non affidate solo ai singoli Stati membri, la "tratta di esser umani" e combattere le organizzazioni criminali che alimentano i traffici e le false illusioni dei migranti.
8) Non possiamo portare tutti in Italia o Spagna. Occorrono centri di accoglienza in più paesi europei per salvaguardare diritti di chi arriva e evitare problemi di ordine pubblico e sovraffollamento.
9) Contrastare movimenti secondari. Attuando principi precedenti, gli spostamenti intra-europei di rifugiati sarebbero meramente marginali. Così i movimenti secondari potranno diventare oggetto di intese tecniche tra paesi maggiormente interessati.
10) Ogni Stato stabilisce quote di ingresso dei migranti economici. E' un principio che va rispettato, ma vanno previste adeguate contromisure finanziare rispetto agli Stati che non si offrono di accogliere rifugiati.
Bruxelles, 24 giugno 2018 Presidenza del Consiglio dei Ministri