Bruxelles – Carles Puigdemont è tornato in Belgio dopo quattro mesi trascorsi in Germania dal fermo del 25 marzo a seguito di un mandato di cattura europeo emesso dalla Spagna.
L’ex presidente catalano rientrando a Bruxelles, dove si era rifugiato nell’ottobre scorso in auto esilio dopo la proclamazione d’indipendenza della Catalogna, ha annunciato in conferenza stampa che la sua battaglia per l'indipendenza proseguirà in tutta Europa. "Questa non è la fine del viaggio. D'ora in poi continuerò il mio viaggio in tutta Europa. Viaggerò in ogni angolo del nostro continente per difendere la giusta causa del popolo catalano". Madrid aveva destituito il governo di Puigdemont che aveva prima indetto il referendum, considerato illegale dal governo spagnolo, e poi dichiarato unilateralmente l'indipendenza. Il secessionista catalano rifugiato a Bruxelles era stato poi arrestato in Germania alla frontiera danese lo scorso marzo, mentre stava facendo rientro in macchina in Belgio dalla Finlandia dove si era recato per una conferenza a Helsinky.
Puigdemont mercoledì ha potuto fare rientro in Belgio senza più correre il rischio di estradizione in Spagna dopo che il Tribunale supremo di Madrid il 19 luglio ha ritirato il mandato di cattura internazionale in seguito al rigetto dei giudici tedeschi della richiesta di estradizione per ribellione ritenuta illegittima e accogliendo solo l’accusa, molto meno grave, di malversazione per l’utilizzo di fondi pubblici durante l’organizzazione del referendum per la separazione della Catalogna dalla Spagna.
Dopo la conferenza stampa nella capitale belga l’ex capo della Generalitat catalana si è recato a Waterloo, nella villa in cui abita e da lui denominata 'Maison de la République'. Al suo arrivo alcune centinaia di sostenitori lo hanno accolto con 'Welcome president' scritto su uno striscione giallo.
"Il periodo di grazia sta finendo" e "deve passare dalle parole ai fatti, ha dei compiti per quest'estate" così Carles Puigdemont, dalla Casa della Repubblica, affiancato dell'attuale governatore catalano Quim Torra, ha invitato parlando in inglese, il governo di Madrid guidato dal premier Pedro Sanchez a ‘’trovare una soluzione alla questione politica del diritto di autodeterminazione della Catalogna".
Dopo la nomina del nuovo premier spagnolo, il socialista Pedro Sanchèz subentrato a Mariano Rayoj sfiduciato dal Parlamento di Madrid per uno scandalo di corruzione che lo ha coinvolto insieme al suo partito, i rapporti con l’indipendentista Torra hanno registrato una certa distensione. Ma l’attuale presidente catalano, che di recente ha incontrato Sanchez ed insieme hanno riavviato le commissioni bilaterali sospese da qualche anno, ha comunque invitato il premier spagnolo sulla questione della Catalogna a "trasformare il dialogo in fatti" .
"Non c'è alcuna ragione politica, giudiziaria e democratica che giustifichi che passino un minuto di più in prigione" ha detto Puigdemont, che da Bruxelles intende continuare la lotta per la secessione della Catalogna, invitando le autorità spagnole a liberare i prigionieri politici ancora nelle carceri di Barcellona dopo il recente trasferimento da quelle madrilene. Sono ancora nove i componenti l’ex esecutivo catalano attualmente agli arresti in Spagna con l'accusa di ribellione, mentre altri sei indipendentisti, fra cui Puigdemont si trovano in esilio all'estero.
Il discorso di Puigdemont è stato condiviso con l’inno catalano e un lungo applauso dai simpatizzanti sventolanti le bandiere dell’Unione europea e della Catalogna.