Bruxelles, 20 septembre 2018
Dando seguito all'invito formulato in luglio dalla Commissione europea e dalle autorità dell'UE per la tutela dei consumatori, Airbnb si è ora impegnata ad apportare le modifiche necessarie alle sue clausole contrattuali e alle sue condizioni di utilizzo e a migliorare la presentazione dei prezzi.
La società ha tempo fino alla fine del 2018 per apportare tali modifiche nel suo sito web in tutte le lingue ufficiali dell'UE.
V?ra Jourová, Commissaria europea per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, ha dichiarato: "Gli operatori online hanno rivoluzionato il nostro modo di viaggiare, trovare alloggio e vivere le nostre vacanze, ma devono anche rispettare pienamente le norme e assumersi la responsabilità quando le cose vanno male. I consumatori dell'UE, tuttavia, sono titolari di diritti sia offline che online. Accolgo con soddisfazione la disponibilità di Airbnb ad apportare le modifiche necessarie a garantire ai consumatori piena trasparenza e consapevolezza di ciò che stanno pagando. Si tratta di un'azione che rientra in un'iniziativa di più ampio respiro volta a promuovere una maggior tutela dei consumatori online. È per questo motivo che, alcuni mesi fa, abbiamo proposto di rafforzare le norme di tutela dei consumatori nell'ambito del "New deal" per i consumatori."
Trasparenza dei prezzi e altre pratiche commerciali sleali
Airbnb si è impegnata a presentare il prezzo totale delle prenotazioni, compresi i supplementi, ad esempio per servizi e pulizia. Nel caso in cui non sia possibile calcolare in anticipo il prezzo finale, si è impegnata ad informare chiaramente il consumatore che potrebbe incorrere in ulteriori oneri.
Si è impegnata anche ad indicare chiaramente se un'offerta proviene da un privato o da un professionista del settore, poiché le norme a tutela dei consumatori sono diverse nell'uno o nell'altro caso.
Chiarezza delle clausole ed eliminazione delle clausole illegali
Airbnb si è impegnata ad apportare una serie di modifiche alle sue clausole contrattuali per allinearle alle norme UE in materia di tutela dei consumatori:
- sarà esplicitata la possibilità per il consumatore di avvalersi di tutti i mezzi di ricorso disponibili e, in particolare, del diritto di citare in giudizio un soggetto che gli fornisce ospitalità, in caso di danni personali o di altra natura;
- Airbnb indicherà chiaramente che il consumatore ha il diritto di avviare un procedimento contro Airbnb dinanzi ai giudici del suo paese di residenza;
- nel caso in cui decida di risolvere un contratto o di rimuovere dei contenuti, Airbnb sarà tenuta ad informare il consumatore e, se del caso, gli offrirà il diritto di presentare ricorso e di ottenere un risarcimento.
Prossime tappe
La società dovrebbe perfezionare le sue proposte e procedere all'attuazione delle modifiche in tutte le lingue ufficiali dell'UE e dello Spazio economico europeo entro la fine di dicembre 2018. In caso di inadempienza, le autorità per la tutela dei consumatori potrebbero decidere di adottare misure coercitive.
Contesto
In un incontro con la Commissione e con le autorità dell'UE per la tutela dei consumatori, Airbnb ha illustrato le modifiche riguardanti le sue clausole contrattuali e le modalità di presentazione delle informazioni relative ai prezzi.
La rete di cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC) ha effettuato una valutazione (posizione comune) delle pratiche commerciali di Airbnb, sotto il coordinamento dell'Autorità di tutela dei consumatori norvegesi (Forbrukertilsynet). Le autorità hanno chiesto ad Airbnb di proporre, entro la fine di agosto, soluzioni dettagliate su come conformarsi alla legislazione UE in materia di consumatori (cfr. comunicato stampa). La Commissione europea ha agevolato tale azione.
Il regolamento UE sulla cooperazione per la tutela dei consumatori mette in collegamento le autorità nazionali per la tutela dei consumatori attraverso una rete di esecuzione paneuropea. Sulla base di tale quadro normativo, l'autorità nazionale di uno Stato membro dell'UE può chiedere l'assistenza di un suo omologo in un altro Stato membro allo scopo di porre fine ad eventuali violazioni transfrontaliere della normativa UE a tutela dei consumatori.
Tale cooperazione può essere attivata per far applicare coattivamente vari strumenti legislativi dell'UE a tutela del consumatore, ad esempio la direttiva relativa alle pratiche commerciali sleali, la direttiva sui diritti dei consumatori o la direttiva concernente le clausole abusive nei contratti.
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