È scontro tra Roma e Parigi dopo la decisione da parte del governo francese di chiudere il porto di Marsiglia e quindi non permettere lo sbarco dei migranti a bordo dell’Acquarius 2.
Un decisivo cambio di rotta, è proprio il caso di dirlo, da parte del presidente francese Emmanuel Macron, che solo due mesi fa aveva giudicato “cinico e irresponsabile” il ministro degli Interni Matteo Salvini a seguito della decisione di quest’ultimo proprio di chiudere i porti alla nave Acquarius.
Intervistato da Bfm-Tv-Rmc il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, ha dichiarato: “Se non definiamo delle regole comuni, non riusciremo ad affrontare la sfida dell’immigrazione”, aggiungendo che le regole comunitarie indicano che la nave deve attraccare nel porto più vicino, che non è quello di Marsiglia.
Più dura Nathalie Loiseau, ministro per gli Affari Europei, che in un’intervista a Sud Radio ha affermato: “Oggi l’Europa è dieci volte più solidale di quanto non lo fosse in precedenza, è il motivo per cui ridiciamo all’Italia che l’idea di chiudere i propri porti a delle persone in pericolo è contrario al diritto, è contrario all’umanità”.
A rincarare la dose anche il deputato di En Marche, Said Ahamada, che ha detto: “Se l’Italia vuole continuare a far parte dell’Europa deve rispettare le regole. Il diritto marittimo internazionale si applica alla Francia, ma anche all’Italia. Dei Paesi sovrani non possono ignorare le regole comuni solo perché si sono svegliati un giorno e hanno deciso così”.
Anche all’interno dello stesso panorama politico francese c’è chi non approva la scelta di chiudere i porti e addirittura parla di un accordo fra Salvini e Macron. Si tratta del leader di France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, che dice in un tweet: “Vergognoso tradimento al dovere d’umanità. Il supplizio dei 58 dell’Aquarius deve finire. L’alleanza Macron-Salvini contro i naufraghi deve cessare”.
Per il momento nessuna dichiarazione da parte del primo chiamato in causa, ovvero Matteo Salvini, probabilmente troppo preso dalla recente approvazione del decreto in tema di migranti e sicurezza che porta appunto il suo nome.
“Nonostante i suoi ripetuti appelli alla solidarietà e alla necessità di accogliere i migranti, la Francia di Macron si è ostinatamente rifiutata di aprire i propri porti ai 58 immigrati dell'Aquarius, attualmente in navigazione verso la Francia. La doppia morale di Macron è davvero squallida, persino vomitevole, per usare un aggettivo particolarmente caro al presidente francese". Così si è espresso invece in una nota l'eurodeputato di Forza Italia Stefano Maullu, aggiungendo:"La Francia di Macron è accogliente soltanto a parole, specialmente con i porti degli altri, ma nei fatti si rifiuta testardamente di cooperare, arrivando addirittura ad accusare l'Italia. Ma la crisi migratoria, è bene ricordarlo, è una conseguenza diretta del disastroso intervento francese in Libia, per cui dovrebbero essere proprio i francesi ad assumersi la maggior parte delle responsabilità".
Anche Bruxelles a sua volta però cerca di lavarsene le mani: “La situazione legale dell’Aquarius è questa: è una nave senza bandiera europea e ha operato in un’area di ricerca e salvataggio libica perciò non impegna la responsabilità europea”, così si è espressa Natasha Bertaud, portavoce della Commissione europea.
Fortunatamente per i migranti a bordo dell’Acquarius 2 un accordo è stato raggiunto. I migranti sbarcheranno in acque internazionali, trasferiti a Malta e poi distribuiti in quattro diversi paesi europei. Più precisamente la Francia ne accoglierà 18, la Germania 15, altri 15 la Spagna e 10 il Portogallo.
Allo stesso tempo però Medici Senza Frontiere ha fatto sapere che la nave si starebbe comunque dirigendo verso le coste francesi a causa del maltempo, nelle prossime ore infatti potrebbero arrivare onde alte fino a 5 metri.
Da New York, durante il suo discorso davanti all’Assemblea Generale dell’Onu, Macron ha detto “La comunità internazionale che abbiamo creato si basa sul rispetto della parola data. Ma oggi viviamo un momento di crisi profonda dell'ordine internazionale liberale. C'è la tentazione della legge del più forte, dell'unilateralismo che porta inevitabilmente al conflitto, al tutti contro tutti”.