Al grido di “Fora, fora, fora la bandera espanyola!”, un centinaio di militanti appartenenti ai CDR (Comités para la Defensa de la República), ovvero ai movimenti indipendentisti catalani, si è introdotto forzatamente alle 9.30 di questa mattina nel palazzo della Generalitat di Girona, sede della delegazione del governo di Madrid.
Una volta dentro, superati i tentativi di fermarli da parte dei mossos e del personale di sicurezza, hanno abbassato la bandiera spagnola gettandola al suolo e sostituendola con una estelada, la bandiera indipendentista della Catalogna.
A un anno dal referendum che ha scatenato una delle peggiori crisi politiche spagnole degli ultimi anni, i sostenitori dell’indipendenza catalana hanno messo in atto diverse azioni per attirare l’attenzione e lanciare un messaggio importante al governo centrale.
Alle sette del mattino diversi manifestanti hanno bloccato la stazione AVE di Girona, impedendo il normale andamento del traffico per diverse ore, incluso un treno carico di passeggeri. Al blocco ferroviario poi è stato aggiunto anche quello autostradale e in particolare dell’A7 che collega Barcellona a Valencia, e dell’A2 che la collega a Madrid.
Cortei e manifestazioni stanno segnando in queste ore tutte le principali città della regione, il presidente della Generalitat, Quim Torra, ha apertamente sostenuto gli attivisti, “Fate pressione e continuate a farla” ha dichiarato, suscitando l’indignazione degli esponenti dell’opposizione.
Alle 18.30 di oggi si è svolta una grande manifestazione unitaria a Barcellona, indetta proprio dal presidente Torra, mentre per le 22 gli studenti universitari hanno indetto una cacerolada per chiedere la scarcerazione dei politici secessionisti ancora in prigione.
Gli attivisti però hanno puntato principalmente sull’effetto sorpresa dando il via alle sette del mattino a Barcellona a tre azioni contemporanee occupando piazza Catalunya, il Mercado di Santa Caterina e piazza Letamendi. Alle 9 invece l’intero governo catalano insieme al presidente si sono recati a Sant Julià Ramis dove un anno fa, in occasione del referendum, le forze di polizie spagnole pur di impedire ai cittadini di votare non disdegnarono un ingente uso della forza e della violenza.
Nel frattempo Carles Puigdemont, leader del movimento ed ex presidente della Generalitat, che da mesi si è autoesiliato in Belgio per sfuggire all’incarcerazione, ha lanciato un messaggio forte di sostegno e incoraggiamento.
Grazie a un video che ha poi diffuso sui suoi principali canali social, Puigdemont ha infatti affermato: “Non dobbiamo desistere dall’unico modo possibile per vivere in una piena democrazia: la Repubblica e il suo riconoscimento internazionale”, e ha poi aggiunto, “È essenziale mantenere il cammino di unità e civiltà”, evidenziando quindi il suo rifiuto per ogni forma di violenza.