Ancora pochi giorni e Dublino aprira’ le sue porte a uno degli spettacoli piu’ attesi dell’anno: l’Horse Show, che avra’ luogo dal 7 all’11 agosto.
I migliori cavalieri d’Europa, e dall’Italia abbiamo una buona rappresentanza, si daranno battaglia per il Puissance, che ha visto trionfare tante volte i fratelli D’Inzeo, i cui nomi echeggiano ancora nell’arena di Dublino; per la Coppa delle Nazioni, il trofeo piu’ prestigioso offerto dall’Aga Khan
Da quando ha avuto inizio nel 1864, ha sempre riscosso grande successo non solo tra gli appassionati del mondo del salto, ma anche da quelli della moda che durante cinque giorni faranno sfilare signore dagli abiti di ultimo grido e dai cappelli stravaganti e, soprattutto agli amanti in genere dei cavalli, che ne ammireranno oltre 1,500 nelle diverse arene da competizione. Insomma Dublino offrira’ il meglio del mondo-cavallo e l’affinita’ che accomuna gli irlandesi a questo animale quasi sacro per loro, come dimostra questo fatto registrato circa 1,400 anni fa’..
St. Adamnán, Abate di Iona, venuto due secoli dopo S. Columba, e autore del libro in cui descrive la vita del grande missionario che ha ispirato migliaia di giovani a seguire la chiamata di solidarieta’ verso i piu’ bisognosi di questa terra, ci ha anche lasciato – tra altre cose – la descrizione di un cavallo che viveva nel monastero di Iona in Scozia, fondato dal suo maestro, Columba. Egli scrive che Coumba, gia ottantenne, verso la fine dei suoi giorni, volle fare un giro per il monastero, benedicendo la terra, gli edifici, i confatelli, per l’ultma volta. Egli si fermo’ a dare una speciale benedizione e ad accarezzare un vecchio cavallo bianco che apparteneva al monastero da lungo tempo e che veniva considerato come uno della comunita’. Il cavallo, infatti, usava poggiare la sua testa sulla spalla del Santo, ogni qualvolta si avvicinava a lui. Un fatto che ci parla tanto della delicatezza di quest’uomo capace di intimare a mostri di rifugiarsi nelle profondita’ degli abissi, che trattava con diplomazia con Re e principi pagani, cercando di convertirli, che guidava i suoi monasteri con fermezza, che piangeva nel salutare un giovane lasciato alla guida di una sua nuova comunita’ religiosa e di consolare un confratello nelle sue difficolta’ e che trovava il tempo di accarezzare e intrattenersi affabilmente con un cavallo.