Immagine di copertina: Il fiune Clyde a Glasgow
Il turista che atterra a Glasgow rimane subito sorpreso dalla grandiosita’ ed eleganza del suo aeroporto, chiamato anche Abbotsinch Airport. Pochi sanno pero’ che in un angolo di quelle piste c’era una volta una cappella che un monaco irlandese, S. Conval, ha costruito e da dove ha avuto inizio la conquista spirituale di quanti abitavano in quel territorio mozzafiato, lungo il fiume Clyde, dove e’ ubicato uno dei piu’ grandi cantieri navali.
Purtroppo quella cappella non esiste piu’. E’ stata sostituita da una Chiesa piu’ grande, ricostruita piu’ volte nel corso dei secoli e finalmente diroccata per fare spazio all’ingrandimento delle piste dell’aeroporto. Solo una scritta ricorda ancora, dopo circa 1.400 anni, il Santo irlandese, Conval (570-630), che e’ stato il pioniere del lancio economico e turistico di quella zona.
La leggenda narra che Conval da giovane si trovava un giorno sul litorale irlandese a pensare cosa fare della sua vita. Improvvisamente si vide trasportato insieme alla pietra su cui poggiavano i suoi piedi dall’altra parte del Mar d’Irlanda. Fu cosi’ che inizio’ la sua missione in Scozia.
La pietra della leggenda la si puo’ ammirare ancora oggi dentro una gabbia di ferro al centro di Inchinnan, dove Conval si e’ trovato miracolosamente trasportato.
Conval fu un grande amico di S. Mungo, che divenne Santo Protettore di Glasgow e di cui tutti ammirano oggi la monumentale cattedrale, di S. Columba che ha trovato la solitudine che cercava in un’isola remota, precisamente ad Iona, “dove finisce il mondo”, prima dello sconfinato Oceano Atlantico che va a lambire le coste dell’America del Nord.
Sono in molti i turisti che oggi da intraprendono il lungo viaggio da Galsgow ad Iona. Prima un’ora e mezza in treno fino ad Oban, poi si prosegue in traghetto per tre quarti d’ora fino a un porticciolo di Mull; un’altra ora e mezza in pulman porta tra verdi e pacifiche vallate ai piedi di montagne dai rivi d’argento fino a Fionnport; e infine ancora 10 minuti di traghetto per approdare nella mistica Iona, di cui, nel 1773, Samuel Johnson osservando l’impatto di S. Columba su quest’isola e la sua spiritualita’, scrisse: “C’e’ poco da invidiare in quell’uomo il cui patriottismo non si rafforza sulla pianura di Maratona o la cui pieta’ non si riscalda tra le rovine di Iona”.
E l’abate Adomnán dell’VIII secolo, sognando il giorno del suo passaggio dalla terra al cielo, annotò’: “Se dovessi morire in Iona, sarebbe una buona cosa per la mia dipartita. Questo il posto piu’ bello sotto il cielo”!
Fu la mistica parte di Iona che porto’ Mendelssohn a scrivere, mentre preparava l’apertura di Fingal's cave, la grotta che si trova a poca distanza da Iona: “Quando in futuro/ mi trovero’ seduto in un’assemblea affollata/ con musica e danze intorno a me/ e il desiderio di ritirarmi nella solitudine piu’ remota/, pensero’ ad Iona”.
In quest’isola si trova quanto oggi sappiamo della storia primitiva dell’Irlanda e della Scozia dal VI al IX secolo. Opere letterarie ed artistiche del primo Medio Evo, quali croci monumentali, manoscritti tipo il Libro di Kells, monili preziosi si trovano ad Iona.
La Scozia e’ ricca di Santi irlandesi che vi hanno portato cultura e valori cristiani, quando ancora vi regnava la barbarie. S. Mirin (565 – 620), il Santo Protettore di Paisley, dove e’ sito l’aeroporto, famosa una volta per la lavorazione della lana, fu uno di questi. Egli opero’ in particolare nel Renfrewshire e in altre localita’ limitrofe.
S. Blane (+ 590 AD), figlio illegittimo del Re di Scozia, presto’ la sua opera missionaria a Dunblane, al Sud di Bute.
S. Comghan insieme alla sorella, S. Kentigerna, denominata “la vedova dell’Irlanda” o “la Santa di Loch Loman” o anche “l’anacoreta di Inchcailloch”, figli ambedue del Re di Leinster, e il suo figlioletto S. Fillan, nell’VIII secolo, si recarono in Scozia dove si distensero per la loro ospitalita’ e religiosita’. Secondo la tradizione Fillan nacque con una deformita’. Era balbuziente e la legge non gli permetteva di diventare Re. Il padre, appena se ne accorse, ordino’ che il bimbo venisse buttato nelle profndita’ di un lago vicino.
Quando Kentirgena seppe dell’accaduto, pianse tanto e imploro’ la salvezza del figlio. Si dice che il Vescovo locale, mentre si recava al palazzo reale per confortarla, trovo’ Fillan, vivo e senza piu’ alcuna deformita’ sulla riva del lago, riportandolo alla madre.
Molti anche gli irlandesi che della Grande Fame (1846-49), causata da una carestia di patate, che ha decimato la popolazione da 10 a 6 milioni, di cui un milione sono morti mentre altri tre milioni sono dovuti emigrare.
Gentilezza ed ospitalita’ sono caratteristiche degli scozzesi di questo territorio mozzafiato, solcato da Loch o laghi che non finiscono mai – Loch Lomond il piu’ lungo di tutta la Scozia, con 20 isole nelle sue acque -, su cui si specchiano montagne verdi, incastonate in vallate profonde che si snodano su strade strette e pittoresche paesaggisticamente, dove le macchine devono accostarsi su apposite piazzuole, disseminate a ogni 50 m. circa, per dare la precedenza
La gentilezza e l’ospitalita’ degli scozzesi si possono esperire non solo negli incontri personali, ma anche partecipando ai “Coffee morning”, organizzati da parrocchie e circoli, affollati a volte da circa 300 persone che conversano – la Brexit al primo posto -, mentre consumano un caffe’ e un dolce. Sempre all’entrata di simili posti, come a Helensburgh o a Gartocham, una scritta grande vi da’ un caloroso benvenuto, anche se si e’ del tutto estranei. Si fa cosi’ amicizia al di la’ dei soliti canali spersonalizzati delle guide turistiche.
Tornando all’aeroporto di Glasgow, non sarebbe opportuno chiamarlo: Colvan’s Inetrnational Airport?