La Gran Bretagna chiuderà le porte ai migranti nel giorno stesso in cui verrà attivato l’articolo 50 del trattato di Lisbona che sancisce l’inizio delle procedure per l’uscita del Paese dall’Unione Europea.
Dopo questa data tutti coloro che arriveranno nel Regno Unito non avranno il diritto automatico a rimanere, così come avviene oggi. L’uscita dall’Europa modificherà i documenti richiesti per l’accesso, ma anche quelli per usufruire dei benefit, che ad oggi erano garantiti a chiunque in modo indiscriminato.
Theresa May, ex leader del partito conservatore inglese, ha dichiarato che intende, mantenere invariati i diritti di tutti i cittadini giunti in Inghilterra prima del 15 marzo, a patto che anche i cittadini inglesi presenti negli altri paesi godano della stessa attenzione.
Questa attenzione riguarda circa 3,6 milioni di cittadini stranieri che risiedono in Gran Bretagna, in realtà, però, la situazione è già un po’ più complessa: è notizia di qualche giorno fa che una cittadina inglese di 27 anni, madre di due figli e già nonna, è stata rimpatriata a Singapore, suo paese di origine.
Irene Clennell, questo il nome della signora, ha vissuto già parte della sua vita in Inghilterra e nel 1992, dopo aver sposato John, aveva ottenuto il diritto di residenza permanente, l’intoppo sembra essere avvenuto quando nel 1998 la coppia, per aiutare i genitori di Irene si era trasferita momentaneamente a Singapore, e qualche anno più tardi rientrata in Inghilterra. Le autorità inglesi dichiarano che dopo il suo rientro in Inghilterra, Irene, non abbia fatto richiesta per la nuova residenza e questo a permesso loro di rimpatriarla a Singapore con un volo di sola andata, senza consentirle di salutare il marito ed i figli, ovviamente la situazione andrà avanti e si risolverà, ma questa sembra una piccola anticipazione dei possibili disguidi che potranno avvenire dopo il 15 marzo.
Nel Regno Unito dopo il referendum che approvò l’uscita dalla comunità europea, il dibattito è rimasto accesso ed a tratti aspro, la maggioranza del popolo si era espressa per l’uscita, ma i sostenitori europeisti hanno dato battaglia, definendo l’uscita dall’Europa un errore epocale.
Ma quali sono i motivi che hanno portato gli inglesi a voler uscire dalla comunità europea, ricordando che già la gestione della moneta era diversa dagli altri stati. Possiamo riassumere la scelta della Brexit in due grandi ragioni: la prima è la voglia di riconquistare la propria sovranità. C’è da dire che il percorso di trasferimento dei poteri verso Bruxelles è stato lento ed irreversibile, e oggi sembra essere diventato una priorità nell’agenda degli elettori, la seconda motivazione che sembra accreditarsi sempre di più, e che gli elettori vogliono un maggiore controllo sui confini inglesi, ciò ovviamente significa una maggiore riduzione dell’immigrazione, visto che negli ultimi tre anni è aumentata costantemente, forse anche per l’allargamento dell’Unione Europea a nuovi stati membri, si vorrebbe preparare un programma sulla gestione dell’immigrazione basato su competenze professionali, o professionalità di cui l’Inghilterra necessita.
Sta il fatto che, senza alcun moralismo o giudizio, la scelta sembra essere fatta per interessi del proprio stato, del popolo inglese, a discapito di un’idea di unità sovranazionale, ed una maggiore attenzione alla creazione di reti extranazionali per il bene comune. Il 15 marzo sarà l’inizio speriamo che sia un buon inizio…