Dublino, 15 luglio 2021 – Casalattico in provincia di Frosinone, situata a metà strada tra Roma e Napoli, conta appena 900 anime, ma d’estate si popola di migliaia di casalatticesi, sparsi nel mondo intero in particolare in Irlanda.
Per spiegare il ruolo di questo piccolissimo Comune italiano nella vicenda dell’affondamento della nave Arandona Star, ripercorriamo brevemente insieme al professore Enzo Farinella, le fasi storiche successive alla dichiarazione di guerra del 10 giugno del 1940 da parte del governo fascista alla Francia e all’Inghilterra.
E. F. ‘’In quest’ultimo paese si scatenò una gigantesca caccia all’uomo nei confronti delle migliaia di italiani che vi risiedevano. Il rastrellamento fu brutale. In migliaia si trovarono internati in campi di concentramento e tenuti in condizioni bestiali. Tra questi figuravano uomini fuggiti alle persecuzioni antisemite dei nazifascisti, persone aliene totalmente dalla politica, cittadini da decenni diventati fedeli sudditi di sua maestà britannica. Erano italiani o di origine italiana. Tanto bastava. Moltissimi provenivano dalla Valcomino, Picinisco, Cassino, Casalattico, Villalatina, Atina, San Biagio S. Arpino, Arce e zone limitrofe ‘’.
Cosa successe nella mortifera notte del 1940 ?
“ In quella notte senza stelle del 2 luglio 1940, 750 internati italiani furono imbarcati a Liverpool sull’Arandora Star, un cruiser inglese, adibito a scopi militari, insieme a prigionieri tedeschi ed austriaci con destinazione Canada. Al largo della costa irlandese il sottomarrino tedesco Günter Prien, di ritorno da una missione in Atlantico, con l’ultimo siluro a disposizione la colpì. La nave affondò nel giro di poco tempo.
1.550 persone – oltre il doppio di quante ne potesse contenere – vi erano stipate come sardine, quando si inabissò nell’Atlantico all’altezza delle coste irlandesi. 805 perirono di cui 446 erano italiani che non avevano nulla a che fare con la guerra. 19 sono stati identificati e pietosamente sepolti dagli irlandesi, quando le loro salme giunsero ormai irriconoscibili sulle coste delle contee di Mayo, Sligo, Donegal, Antrim e Fermanagh. 29 cimiteri ospitano i resti di altri ignoti.’
A chi attribuire le responsabilità di questa immane tragedia che per diverse circostanze di carattere politico – internazionale è rimasta oscurata fino agli anni 2000?
E.F. ‘’Gravi le responsabilità inglesi in questa tragedia. Tra queste ricordiamo: La Convenzione di Ginevra del 1929 non era stata rispettata. Persone civili erano state abbandonate in uno scenario di guerra, ingiustamente “internate” senza processo. Meraviglia che una nazione quale il Regno Unito, che si è dichiarata la “culla della democrazia”, possa usare metodi selvaggi, quali l’internamento senza processo in periodi di guerra e di pace, come è successo nell’Irlanda del Nord fino a pochi anni fa. L’emblema della Croce Rossa, che avrebbe potuto indicare che l’Arandora Star trasportava prigionieri di guerra, non figurava sulla nave nè quello di altre associazioni umanitarie internazionali, contrariamente a quanto previsto dalle convenzioni internazionali, un vero crimine di guerra”.
Quest’estate, ad agosto, Casalattico in provincia di Frosinone, celebrerà le 446 vittime italiane di cui cinque provenienti da questa cittadina che domina la Valcomino. La manifestazione è patrocinata dall’instancabile Francesco Morelli, che ha fatto di Cashel – un centro famoso di Tipperary e nel Medioevo capitale ecclesiastica del centro/sud Irlanda -, la sede della sua attività.
Spieghiamo meglio lo spirito che muove Morelli in questa salvifica avventura in omaggio alla memoria dell’Arandora Star?
E. F. ‘’ Francesco Morelli è un ex carabiniere dotato di grande spirito di solidarietà, Francesco ha fatto erigere quest’anno una lapide in memoria delle vittime, perite nell’affondamento dell Arandora Star, il 2 luglio 1940, all’inizio del suo viaggio di morte verso il Canada. La lapide si trova nel Cimitero di Termoncarragh, Co. Mayo, Irlanda, eretta in ricorrenza dell’81.mo anniversario di questo genocidio.
Nato a Casalattico, Franco vive da molti anni a Cashel, nella contea di Tipperary, che ha ispirato la nota canzone “It’s long, long way to Tipperary”. A Cashel gestisce con la moglie un ristorante e la distribuzione commerciale sull’intero territorio irlandese di attrezzature per trecking, caccia, pesca e altre specializzazioni sportive. Il suo tempo libero è dedicato a rinverdire la nostalgia verso l’Arma dei Carabinieri, nel cui corpo militò durante il suo servizio militare, costituendo in Irlanda una sezione molto attiva dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri, che, insieme al gruppo Arandora Star Valcomino di Picinisco, lavora per rintracciare i luoghi della costa nord irlandese dove, dopo quel 2 luglio, approdarono, spinte dalle correnti marine, molte delle salme dell’affondamento dell’Arandora Star.
Fino agli anni 2000 la vicenda è stata pressoché ignorata e tenuta all’oscuro del grande pubblico per una serie di circostanze anche di carattere internazionale. Per 60 anni le famiglie dei caduti, già vittime dell’emigrare, vittime della crudeltà inglese, dell’ottusa indifferenza del governo fascista italiano, hanno dovuto subire la condanna del silenzio e dell’isolamento. Solo a partire dal 2000 una serie di ricerche storiche, di indagini giornalistiche e di mutate condizioni di politica internazionale hanno gettato luce sulla vicenda. Fondamentale in questo senso il lavoro di ricerca e i due volumi della ricercatrice Serena Balestracci di Firenze, il romanzo storico “Quel che abisso tace” (Parallelo45 Edizioni, 2019) della scrittrice piemontese, Maura Maffei e gli studi dell’irlandese Michael Kennedy della Royal Hiberrnian Academy’’.
In questo quadro, la “missione” incarnata dall’Associazione nazionale Carabinieri, sezione Irlanda, è quella di dedicarsi al recupero della memoria per quelle vittime del naufragio, alla cura ed alla custodia dei luoghi delle sepolture, deponendo fiori, installando lapidi commemorative.
L’iniziativa è stata ufficialmente salutata dal Presidente della Repubblica Irlandese Michael D. Higgins con un messaggio di grande sensibilità, che riportiamo:
Nel ruolo di Presidente della Repubblica irlandese desidero unirmi alla comunità italiana e a tutti i suoi amici, in occasione dellinaugurazione della lapide presso il cimitero di Termoncarragh (Mayo) in memoria delle 446 vittime italiane della tragedia dell’Arandora Star del 2 luglio 1940.
Questa lapide si aggiunge ad altri memoriali presenti in territorio Britannico e in Italia in memoria della tragedia. Noi ricordiamo anche le vittime di nazionalità tedesca, austriaca e britannica che persero la vita nella tragedia.
Alcune vittime hanno trovato sepoltura nelle nostre coste o in altri luoghi di queste isole, dopo che le loro salme sono state spinte a terra dal mare nei giorni successivi alla tragedia.
Negli ultimi anni gli storici sono riusciti a far luce alla sequenza degli eventi. Ad essi la nostra gratitudine, poiché desideriamo non solo commemorare gli eventi del passato, ma conoscerli ed imparare da essi, ricordando gli effetti disastrosi del militarismo fuori controllo, dell’arroganza della conquista e del desiderio distruttivo del dominio, che hanno accecato per lungo tempo le nostre civiltà, ricordando sempre l’orrore, la morte, le sofferenze che i conflitti armati si lasciano dietro.
Vorrei segnalare tutti coloro che sono stati coinvolti in questa commemorazione, in particolare Franco Morelli, presidente dell’ANC sez Irlanda, per avermi invitato. Non posso essere presente fisicamente, lo sono con lo spirito per ricordare gli italiani e le altre vittime dell’Arandora Star.
Colgo l’occasione per esprimere solidarietà ed amicizia a tutti gli italiani residenti in Irlanda, sia alle comunità residenti da lunga data, come quelle originarie della Valcomino, sia a quelle di recente arrivo che tanto contribuiscono allo sviluppo della società irlandese.
MICHAEL D. HIGGINS
UACHTARAN NA hEIREANN
PRESIDENT OF IRELAND
Anche il Presidente della Repubblica Sergio. Mattarella e RAI2Tg-Storie, hanno parlato di recente riportando alla luce la verità sull’Arandora Star,. Restituire giustizia a queste vittime innocenti della storia, sono compiti che l’Associazione Italiana dei Carabinieri di Francesco Morelli disimpegnano in modo eccellente.
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Enzo Farinella, nato a Gangi in provincia di Palermo, già docente di Antropologia filosofica nell’università di Dublino, studioso di monachesimo irlandese in Europa, scrittore, giornalista corrispondente per ANSA e Radio Vaticana dall’Irlanda, dove vive da 50 anni.
Per 20 anni Addetto Culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura a Dublino, in atto fondatore e direttore del Centro Culturale “Casa Italia” della capitale irlandese, organismo diretto agli scambi culturali Italia – Irlanda. Priore d’Irlanda per l’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia, referente a Dublino dell’Associazione di Volontariato: I Cittadini contro le mafie e la corruzione.
Biografia completa https://www.paeseitaliapress.it/album_18_Enzo-Farinella-biografia.html
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