Italia – Slovenia e il monaco irlandese S. Modesto. Allontanare odio e divisioni dall’Europa

La Slovenia è una terra meravigliosa, una nazione giovane ed entusiasta della vita. Visitandola ci si accorge di condividere uno stesso “feeling” di fratellanza e rispetto.

Oltre 1,000 anni fà, un monaco irlandese, S. Modesto, l’Apostolo degli odierni sloveni, l’ha convertita, seminando quei segni di giustizia, pace e solidarietà che hanno sempre contraddistinto i suoi abitanti.

La missione di Modesto pose le basi, noi crediamo, per quella che sarebbe divenuta la nazione più democratica e progressista del suo tempo, l’attuale Slovenia, lo Stato più giovane dell’Unione Europea e uno dei più giovani del mondo. La sua autonomia e indipendenza sono avvenute solo il 25 giugno 1991.

E l’immagine dei Presidenti d’Italia e Slovenia, Mattarella e Borut Pahor , mano nella mano, nell’incontro ufficiale del 13 luglio 2020 a Trieste accanto alle foibe di Bassovizza, è un segno forte, spontaneo al di là dei protocolli che tenta di sanare una lacerazione lunga oltre settant’anni ed esprime profondamente i sentimenti di fratellanza cosmica e inclusività che alimentano la vita delle due nazioni.

Purtroppo, qualcosa di terribile è accaduto alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando centinaia di italiani e slavi, vittime civili delle persecuzioni avvenute in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia, sono stati uccisi dai partigiani jugoslavi e dal regime comunista di Tito, e buttati in foibe, senza alcuna pietà o rispetto per la loro dignità. Tanti altri furono costretti a lasciare la propria terra. “Le loro storie sono un avvertimento quanto mai attuale del pericolo rappresentato dai totalitarismi e dalla violenza politica”. “Quelle divisioni, quell’odio, quei soprusi non devono mai più trovare spazio in Europa”, ha dichiarato il premier Mario Draghi, intervenendo nell’Aula del Senato nella Giornata del Ricordo”, celebrata qualche giorno fà. 

Studentesse e studenti dei due Paesi hanno intrapreso con coraggio un percorso di ricerca per individuare le cause di tali misfatti e nel 2004 è nato il ‘Giorno del Ricordo’.

Si vuole ricordare, dopo oltre settant’anni, per “costruire una memoria storica condivisa”, e soprattutto per “rafforzare i legami del nostro cammino di riconciliazione” ed amicizia.

I giovani d’Italia e della Slovenia sono chiamati a questo compito nello scrivere la storia del futuro.

Nel dolore del “ricordo”, dobbiamo continuare ad impegnarci per trovare terreno comune tra nazioni diverse. E l’unità nella diversità”, ha detto ancora il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, al Senato.

Questo dialogo deve ispirarsi ai valori che oggi ci accomunano: il pluralismo, la democrazia, la libertà, che sono i principi fondanti della Repubblica italiana e dell’Unione europea: le uniche, “vere garanzie di un’autentica coesistenza tra nazioni e tra persone”, ha dichiarato il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, nella sua visita ufficiale in Slovenia.

La solidarietà – come avverte Papa Francesco – oggi è la strada da percorrere verso un mondo post-pandemia, verso la guarigione delle nostre malattie interpersonali e sociali. Anche nella diversità solidale si possono scoprire gli anticorpi per guarire strutture e processi sociali che sono degenerati in sistemi di ingiustizia e di oppressione.

Una solidarietà guidata dalla fede ci permette di tradurre l’amore di Dio nella nostra cultura globalizzata, non costruendo torri o muri che dividonoma tessendo comunità e sostenendo processi di crescita veramente umana e solida.

(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Enzo.farinella@gmail.com

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