Dopo lo slittamento di una settimana, la presentazione della squadra dei commissari designati per la nuova Commissione europea da parte della presidente eletta (e riconfermata) Ursula von der Leyen, è prevista il 17 settembre prossimo. Pier Virgilio Dastoli Presidente Movimento Europeo – Italia, scandisce in una nota, alcuni punti giuridici fondamentali in attesa della formazione che governerà l’Unione europea nei prossimi cinque anni.
Di seguito il testo integrale del documento.
“In vista della presentazione da parte di Ursula von der Leyen della composizione della sua “squadra”, che dovrebbe avvenire il 17 settembre, salvo incidenti di percorso, e anche tenuto conto dell’attuale dibattito in Italia vale la pena di ricordare alcune norme del Trattato e del Regolamento del Parlamento europeo:
1) I membri della Commissione sono scelti non solo sulla base delle competenze generali e l’impegno europeo, ma sulla garanzia della loro indipendenza il che vuol dire che non sollecitano e accettano istruzioni da alcun governo nazionale,
2) Il ruolo del Presidente della Commissione si è andato rafforzando con le modifiche del Trattato perché egli o ella può chiedere le dimissioni di un membro della Commissione, ne definisce gli orientamenti, decide l’organizzazione interna per assicurare la coerenza, l’efficacia, la collegialità e nomina i Vicepresidenti,
3) Il Consiglio propone la nomina dei membri della Commissione di comune accordo con il Presidente della Commissione sulla base delle proposte degli Stati membri,
4) Il Parlamento europeo ha introdotto una procedura di esame dei candidati, sulla base dei criteri indicati al punto 1 che è stata definita nell’art. 129 del Regolamento e nel suo allegato. Tale procedura è stata accettata dalla Commissione già prima dell’entrata in funzione del Trattato di Lisbona fatta eccezione di una sorprendente dichiarazione del Commissario responsabile delle relazioni istituzionali Šefčovič, giustamente censurata dal Parlamento europeo. Un candidato Commissario viene accettato dal Parlamento europeo se la commissione o l’organo che lo esamina si esprime ad una maggioranza dei due terzi. Inoltre la commissione giuridica esamina il profilo etico e gli eventuali conflitti di attribuzione interessi del candidato. L’accettazione avviene a scrutinio segreto e dunque non è possibile sapere il voto dei singoli parlamentari, mentre il voto sull’intera Commissione avviene attraverso un voto esplicito alla maggioranza semplice,
5) Il ruolo rafforzato del Presidente della Commissione è confermato dal fatto che la sua elezione davanti al Parlamento europeo avviene alla maggioranza dei membri mentre l’intero collegio viene approvato alla maggioranza dei voti espressi e successivamente nominato dal Consiglio europeo a maggioranza qualificata,
6) Le lettere di missione e dunque le competenze devono essere attribuite, come abbiamo detto più sopra, per assicurare l’efficacia, la coerenza, la collegialità dell’azione della Commissione e non per obbedire ai “suggerimenti” dei governi i quali si dovrebbero limitare a proporre delle candidature (se possibile nel rispetto dell’equilibrio di genere) e non ad indicare l’attribuzione delle competenze che spetterebbe invece esclusivamente al Presidente della Commissione,
7) Nel suo nuovo Regolamento interno il Parlamento europeo ha ritenuto che l’esame delle candidature debba svolgersi anche tenendo conto del contenuto dei “portafogli” perché ciò è una conseguenza dei criteri fissati dal Trattato all’articolo 17.3 TUE,
8) quanto riguarda l’Italia, appare sconcertante il fatto che circoli sulla stampa e venga accreditata l’idea che il candidato italiano possa occuparsi del PNRR che, come si sa, è il piano italiano come parte del Next Generation EU e che quindi sarebbe grottesco che al candidato italiano venga attribuita la responsabilità della gestione del PNRR. In questo spirito il Parlamento europeo è chiamato naturalmente a tenere debitamente conto della proposta di candidatura del governo italiano presentata al Consiglio e alla Presidente della Commissione ma ha il pieno diritto di esprimere critiche e, eventualmente, una opinione negativa sull’attribuzione delle competenze che non siano conformi al Trattato e al Regolamento del Parlamento europeo.
Roma, 13 settembre 2024
Pier Virgilio Dastoli – Presidente Movimento Europeo – Italia